Il metodo Simonton – Seconda parte
Fin dalle prime osservazioni svolte dal dottor Simonton e dal suo team si evidenziò che l’atteggiamento dei pazienti verso la malattia è fondamentale; infatti continuano ad avere un andamento migliore o in altri casi a star bene, per un motivo o per l’altro, quei pazienti che sono contraddistinti da una più forte “volontà di vivere”. “La nostra premessa centrale – afferma Carl Simonton nel suo libro Ritorno alla salute – è che la malattia non è puramente un disturbo fisico ma piuttosto un disturbo dell’intera persona, la quale include non soltanto il corpo ma anche la mente e le emozioni. Noi riteniamo che gli stati emotivi e mentali svolgano un ruolo significativo sia nella predisposizione alla malattia, compreso il cancro, sia nel ristabilimento da ogni malattia. Crediamo che il cancro indichi spesso l’esistenza di altri problemi nella vita di un individuo, problemi aggravati o accresciuti da una serie di eventi stressanti verificatisi da sei a diciotto mesi prima dell’insorgere della malattia. Il malato oncologico normalmente ha reagito a questi problemi ed eventi stressanti con un profondo senso di disperazione o di “resa”. Questa reazione emotiva, secondo noi, innesca a sua volta una serie di reazioni fisiologiche che deprimono le difese naturali dell’organismo e lo predispongono alla produzione di cellule anomale. […] Allora diventa necessario che paziente e medico, nell’operare verso il ristabilimento, considerino non soltanto ciò che avviene a livello fisico ma, cosa altrettanto importante, ciò che accade nel resto della vita del paziente. Se l’intero sistema integrato di mente, corpo ed emozioni, che costituisce l’intera persona, non converge in direzione della salute, allora gli interventi puramente fisici possono non avere successo. Un programma di cura efficace, allora, si occuperà dell’intero essere umano e non si concentrerà sulla sola malattia…”.
Essenzialmente esistono tre elementi fondamentali intorno ai quali si sviluppa la reazione con il paziente. In primo luogo, la meditazione, poi la trasformazione delle credenze malsane in convinzioni sane; infine, la visualizzazione di immagini positive sulla malattia, la terapia e le proprie risorse di autoguarigione. Ciascuno di noi, nel tempo, si forma delle convinzioni che compongono il sistema di valori che guida la nostra esistenza e quindi determina il nostro destino. Queste credenze riguardano il significato e il senso della vita, la malattia, il ritorno alla salute, la morte. Le credenze malsane, a lungo termine, in una situazione di stress prolungato, contribuiscono a provocare una défaillance del sistema immunitario e favoriscono quindi l’insorgere di uno stato di malattia.
Con il metodo Simonton si cerca di modificare le credenze malsane attraverso un lavoro empatico con il paziente. Una volta che il paziente acquisisce un nuovo sistema di credenze, lo introietta, lo interiorizza, induce la formazione di nuove connessioni neuronali che innescano un cambiamento profondo. Il metodo Simonton non lavora sulle credenze attivando semplicemente l’insorgere di pensieri positivi. Non cerca affermazioni assolute come, ad esempio: “Sono malato ma sicuramente guarirò”. Quella che propone il metodo Simonton è piuttosto la presa di coscienza da parte della persona della situazione che sta attualmente vivendo; situazione nei confronti della quale si interviene con spirito risolutivo. Quindi, nell’ambito del metodo Simonton, la frase precedente potrebbe essere riformulata in questo modo: “Sono malato e indipendentemente da quanto sono malato posso guarire. Se le cose dovessero andare diversamente ho fiducia di trovare il modo per affrontarle. Desidero guarire e sono pronto a morire, anche ora”.
Nel percorso di ristabilimento, occorre ridurre gli elementi di tensione e ansia associati, anche, alla paura generata dalla malattia stessa. In un momento particolarmente difficile, quando il futuro appare terrificante e il passato troppo doloroso da ricordare aiutiamo il paziente a concentrarsi sul presente, sentito come luogo sicuro. Ciascun momento preso da solo è sempre sopportabile.
La meditazione e il respiro consapevole servono a mantenere l’attenzione sul presente e allontanare il rimuginio sul passato e l’ansia per il futuro. Per concentrarsi sulle cose che danno gioia, qui e ora. Questo obiettivo viene raggiunto anche grazie alla tecnica di visualizzazione. Nel metodo Simonton il procedimento delle immagini mentali comporta un periodo di rilassamento, durante il quale il paziente individua un obiettivo e si raffigura il risultato desiderato. Per il malato oncologico questo significa cercare di visualizzare il cancro, la cura e i trattamenti che la persona segue, e, come elemento prezioso, le forze naturali di autoguarigione del suo organismo che lo aiutano a ristabilirsi.
La malattia viene rappresentata con immagini che la rendono debole e confusa. Per esempio, l’immagine associata alla malattia può quindi essere trasformata da un belva aggressiva in una bestiolina goffa, che può essere facilmente sopraffatta. Mentre il sistema immunitario viene visualizzato come un’energia potente ed efficace che vince la malattia. Le forze di guarigione possono, ad esempio, essere viste come una luce che si diffonde nel corpo.
È fondamentale che il paziente ponga al termine della visualizzazione il risultato desiderato. Per questo motivo le visualizzazioni non devono mai essere imposte al paziente. Ciascuno elabora le proprie visioni nel modo che sente più opportuno. Il terapeuta può aiutare il paziente a comprendere il messaggio della malattia. Ad esempio, concetti chiave da trasmettere possono essere: onora e apprezza te stesso e rivolgi la tua attenzione verso le cose che ti portano gioia e soddisfazione. Frequenta di più le persone che ti danno serenità ed evita il più possibile le persone che ti stressano. E pensa che puoi ottenere attenzione e amore con e senza malattia. Il processo coinvolge sia il paziente che il terapeuta. Nel risultato che si vuole raggiungere riveste quindi un ruolo fondamentale la relazione con il paziente. È necessario che questi condivida le finalità della trasformazione. Pertanto, sia il paziente che il terapeuta, è prezioso facciano propri il motto di Carl Simonton: “Sii pronto a morire anche oggi e fai progetti come se dovessi vivere per sempre”.
Bibliografia:
KASPAR Cornelia, Il metodo Simonton anticancro, Edizioni Feltrinelli
SIMONTON Carl, MATTHEWS-SIMONTON Stephanie, CREIGHTON James, Ritorno alla salute, Edizioni Amrita
SIMONTON Carl, HENSON Reid, L’avventura della guarigione, Edizioni Amrita
Sito: www.simonton.eu
A cura di:
Psichiatra – Psicoterapeuta
Scuola di Specializzazione in psicoterapia cognitiva ad indirizzo costruttivista (CESIPc)
segreteria@costruttivamente.it
dott.bergamaschfederica@gmail.com
Elena Canavese
Counseling – Relazioni d’aiuto
Terapeuta certificata con metodo psico-oncologico Simonton e Social media content manager
segreteria@costruttivamente.it;
elena.canavese1975@gmail.com
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