Aumentare il benessere delle relazioni familiari in un contesto di separazione. Gli strumenti della mediazione familiare (MF) e del coordinamento genitoriale (CG).
L’instabilità delle relazioni di coppia e il numero sempre crescente di separazioni sono gli esiti, oramai noti, di una società “liquida” che genera precarietà e incertezza (Bauman, 2005). La pandemia, vissuta recentemente per il Covid-19, ha reso evidente la fragilità dell’essere umano e ancora di più quanto sia sottile il filo che tiene unite le relazioni intime. L’isolamento sociale e le restrizioni vissute nell’anno 2020 sono stati in molti casi la miccia che ha innescato o fatto esplodere, dentro alle case, situazioni di crisi di coppia pre-esistenti o sotterranee (Canna P., Partinico M., 2021). L’emergere di “diversità” all’interno della coppia comporta spesso uno squilibrio e un disordine relazionale, che se non viene compreso e affrontato può causare una progressiva e incolmabile distanza tra i partner, che si esplicita in episodi conflittuali sempre più ricorrenti e intollerabili (Cavaleri, 2017; Zinker, 2012). Tuttavia la crisi e il conflitto di coppia non sono una prerogativa di separazione o di fine del rapporto, ma vengono considerati aspetti diversi di un processo di trasformazione della relazione e rappresentano due facce della stessa medaglia, connesse tra loro in maniera circolare. Il conflitto, pertanto, offre l’opportunità di misurarsi sul piano delle relazioni e la possibilità di attuare una crescita, a condizione che i singoli partner siano in grado di riconoscere e accogliere le diversità portate dall’altro (conflitto benigno) (Mastropaolo L., 2011). Contrariamente, se il conflitto si radicalizza e non viene affrontato, si struttura una dinamica comunicativa nella coppia basata su una contrapposizione simmetrica, dove ognuno si arrocca nella propria verità. All’interno di una relazione di questo tipo l’altro appare come una presenza ostile a cui contrapporsi con forza: negando, accusando, aggredendo. Il conflitto in queste situazioni diventa distruttivo e irrisolvibile (conflitto maligno) e la separazione appare come l’unica via di fuga. Tuttavia come la crisi di una coppia non è da leggere come l’indicatore “dell’inizio della fine” di una relazione; così la separazione spesso non riesce a risolvere o a placare i conflitti esistenti nella coppia, ma si può trasformare nella cornice di una battaglia che influisce ancora più negativamente sul benessere dei figli.
Se il conflitto è espressione della polarità di una crisi e la coppia è il suo luogo privilegiato per la gestione delle differenze, la negoziazione del conflitto diventa la condizione naturale e necessaria per innescare qualsiasi processo evolutivo ed innovativo (Fruggeri, 1997). Mediare il conflitto diventa allora il lavoro più urgente da svolgere con la coppia sia che si vada nella direzione di una ricostruzione del legame, sia che si vada nella direzione della fine di un rapporto.
All’interno di quest’ottica, la separazione non dev’essere più vista come un’esperienza di fallimento individuale in quanto, se adeguatamente gestita, può trasformarsi in un’evoluzione a livello personale ma soprattutto a livello delle relazioni familiari, dove l’esperienza di genitorialità può rigenerarsi grazie ad una dinamica più collaborativa e un atteggiamento di valorizzazione reciproca tra i due genitori. Questo lavoro di riparazione del terreno delle relazioni familiari “spezzate” aiuterà i figli a ripristinare la relazione spontanea con entrambi i genitori aumentando il loro livello di benessere personale.
Il Centro Costruttivamente cerca di rispondere alla conflittualità sempre più presente nelle relazioni familiari attraverso alcuni strumenti efficaci e specifici: il coordinamento genitoriale e la mediazione familiare.
Il Coordinamento Genitoriale (CG) è un intervento che si rivolge a genitori separati o divorziati, tra i quali perdura un’elevata situazione di conflittualità rispetto alla gestione dei figli esponendoli e coinvolgendoli dolorosamente nelle loro tensioni. Il coordinatore genitoriale è una figura specializzata e imparziale che ha il compito di aiutare i genitori separati a mettere in pratica e rispettare gli accordi del loro programma di genitorialità, nel primario interesse dei figli. Qualora in una separazione o in un divorzio ci siano controversie riguardanti gli accordi sull’affido e le frequentazioni dei figli, sui metodi di accudimento e sulla loro educazione, il Coordinatore interviene nel proporre soluzioni e far rispettare accordi, evitando un contenzioso in Tribunale. Per dare rilevanza ed efficacia all’intervento, il coordinatore genitoriale si avvale della collaborazione di altre figure professionali, coinvolte nel processo di separazione, quali gli avvocati delle parti e figure psicologiche, educative o assistenziali che seguono i figli o i genitori.
La Mediazione Familiare (MF) vuole essere uno strumento di aiuto e di accompagnamento delle coppie che intraprendono la strada della separazione. Quando una coppia decide di separarsi entrano in gioco molteplici emozioni difficili da elaborare per i figli e la famiglia: rabbia, aggressività, vendetta, rancore, delusione, scoraggiamento ecc. La mediazione familiare aiuta i partner a fare un passaggio, dalla consapevolezza della fine della storia di coppia, all’accettazione della separazione, in modo dialogante e responsabile. Potersi separare “bene” aiuta i figli ad affrontare questo “delicato passaggio” in modo più sereno e rassicurante grazie all’aiuto e alla presenza di genitori più attenti a loro e meno invischiati nel conflitto di coppia. La mediazione familiare è un ponte che aiuta la coppia nel difficile passaggio dalla crisi, non più risolvibile, alla separazione fino a pervenire ad accordi condivisi sull’affido e l’educazione dei figli, salvaguardando la relazione genitoriale. Tali accordi potranno essere inseriti direttamente nel documento legale di separazione, non essendo più oggetto di contenzioso tra le parti.
A cura di:
Paola Canna
Psicologa – Psicoterapeuta
Mediatore familiare
Coordinatore Genitoriale
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