Con la vita non si gioca

Il gioco rappresenta un aspetto essenziale nella vita di ogni individuo, a qualsiasi età. Per i bambini è una determinate dello sviluppo motorio, psicologico e sociale, per gli adulti è un’attività auto-motivante che genera gratificazione e benessere di per sé.
Secondo Huizinga (Homo Ludens, 1938), il gioco deve possedere alcune caratteristiche: essere libero (nessuno può obbligarci), separato (da altre attività), incerto (il risultato non si conosce in anticipo), improduttivo (non crea beni o ricchezze), regolato, fittizio (si è consapevoli di essere in una realtà “diversa”).
Parliamo, invece, di gioco d’azzardo ogni qual volta rischiamo di perdere denaro e/o beni e quando perdere o vincere è deciso dal caso. Devono essere presenti 3 condizioni:

  1. scommettere denaro o oggetti di valore;
  2. la messa in palio (posta) è irreversibile, una volta giocata non si può ritirare;
  3. il risultato si basa principalmente sul caso, quindi incerto e non influenzabile dall’abilità.

Diversamente dai giochi di abilità in cui è richiesto un certo livello di conoscenze o bravura, dove la pratica può migliorare il risultato, nel gioco d’azzardo quello che determina l’esito è il caso, quindi è per definizione imprevedibile e incontrollabile.

I numeri di un fenomeno in crescita.
Il gioco d’azzardo è un fenomeno in grande espansione, legale, ma con gravi conseguenze dal punto di vista della salute mentale, del benessere psicologico e relazionale. Ha un forte impatto non solo sui singoli giocatori, ma anche sulle famiglie degli stessi. Secondo l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel 2022 sono stati 136 miliardi e 115 milioni di euro i soldi spesi dagli italiani nel GA legale, il 22,3% in più rispetto al 2021. Circa 63 miliardi per i giochi “fisici” (slot, Vlt, lotterie, gratta&vinci) e 73 miliardi per l’azzardo on-line. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, sono circa 1 milione e mezzo le persone affette da dipendenza da gioco, 8 mila gli euro di perdita media annua dopo aver speso una cifra iniziale di circa 30-40 mila euro per giocare.

Il Banco vince sempre.
L’illusione della vincita cela la certezza della perdita. Ciascuna tipologia di gioco, sia fisica che digitale, è appositamente studiata per estorcere denaro al giocatore. Luci, colori, suoni, aree riservate, le ripetute “quasi vincite”, le vincite episodiche di piccola entità, sono solo alcuni stratagemmi che creano atmosfera, inganno, false percezioni e che ci lasciano incollati davanti agli schermi. Ma se andiamo a leggere bene le condizione di utilizzo delle singole piattaforme di gioco,  solitamente in fondo e con un linguaggio volutamente tecnicistico, troviamo quello che viene chiamato indice RTP (ritorno al giocatore), che stabilisce a monte la percentuale di denaro scommesso che ritorna al giocatore che, guarda caso, è sempre inferiore al totale giocato.
Questi stratagemmi si basano sulle “distorsioni cognitive”, che potremmo definire errori di logica che sono più evidenti nel giocatore problematico. Ecco alcuni esempi:
le illusioni di controllo: custodire numeri, formule, calcoli, oggetti, giornali su cui basare le strategie di gioco, illudendosi di aver trovato un metodo per vincere e attribuendo le vincite alle proprie capacità di pianificazione, mentre le perdite al caso;
– la fallacia di Montecarlo: credere che le probabilità di un evento siano cumulative e non indipendenti tra di loro, sovrastimando la probabilità di vincere in seguito a una nutrita sequenza di perdite (un esempio è la convinzione che “se per quattro volte è uscito il nero sarà più probabile che esca il rosso” o il celebre numero “ritardatario”);
le quasi vincite: la percezione di aver sfiorato la vittoria diventa fonte di motivazione a insistere nel gioco, in quanto la vincita dovrà per forza arrivare prima o poi;
le correlazioni illusorie tra eventi: ad esempio credere che tirare i dadi delicatamente serva a ottenere un numero inferiore o che lanciarli con vigore aumenti la probabilità di ottenere un numero alto.
– l’euristica delle disponibilità: il fatto che si parli ampiamente (in TV, internet, radio, notiziari) di una vincita al superenalotto aumenta la percezione che possa essere un evento più probabile di quanto la statistica suggerisca, ossia 1 su  622.614.630.

Riconoscere il problema
L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce il GAP (Gioco d’Azzardo Patologico), collocandolo nell’ambito dei disturbi da dipendenza, da sostanze o comportamentali, in quanto i meccanismi alla base sembrano essere gli stessi.  Dal 2017 la dipendenza da gioco d’azzardo è stata ufficialmente inserita nei Livelli di Essenziali di Assistenza (LEA), prestazioni garantite ai cittadini dal Sistema Sanitario Nazionale. Secondo uno dei maggiori esperti in materia, Mark Griffiths, le caratteristiche condivise da tutte differenti dipendenze sarebbero sei:
alterazioni del tono dell’umore: sia l’attività che la sostanza psicotropa inizialmente danno una sensazione oggettiva di piacere; hanno un effetto tranquillizzante (abbassamento dello stato di tensione) o eccitante (aumento di sensazioni positive, contrastando quelle negative);
tolleranza: processo per cui un individuo ha bisogno di una crescente quantità di sostanza o di tempo impiegato a mettere in atto il comportamento per ottenere lo stesso effetto di modifica dell’umore iniziale;
sintomi di astinenza: quando il comportamento viene interrotto o ridotto l’individuo sperimenta stati emotivi spiacevoli e/o effetti fisici, come irritabilità, tremori, malumore, eccetera;
conflitti: si riferisce ai conflitti tra gli individui e coloro che li circondano (conflitti interpersonali), agli impatti negativi sull’occupazione e/o istruzione (conflitti di interattività), e ai conflitti all’interno degli stessi individui (conflitti intrapsichici), causati dall’uso cronico della sostanza o dal comportamento disfunzionale;
ricaduta: tendenza a riprendere l’attività o a riprendere l’assunzione della sostanza dopo un periodo di interruzione;
dominanza (o salienza): la sostanza o il comportamento dominano costantemente il pensiero e i comportamenti del soggetto; vi è l’impossibilità di resistere all’impulso di assumere la sostanza o di eseguire il comportamento.

Specificatamente al GAP, ecco alcuni segnali/sintomi a cui prestare attenzione:

  1. Necessità di giocare quantità crescenti di denaro per ottenere l’eccitazione desiderata.
  2. Sentirsi irrequieti/irritabile quanto si tenta di ridurre o smettere di GA.
  3. Attuare ripetuti sforzi infruttuosi per controllare, ridurre o smettere di giocare d’azzardo.
  4. Essere preoccupati dal GA: pensieri invadenti e persistenti, rivivere esperienze di gioco passate, pianificazione delle prossime giocate e di come ottenere il denaro necessario.
  5. Giocare quando ci si sente a disagio (es. disperazione, senso di colpa, ansia, depressione)
  6. Dopo aver perduto denaro si torna immediatamente a giocare (“ricorsa della perdita”)
  7. Mentire per occultare l’entità del coinvolgimento nel GA.
  8. Perdere o mettere a repentaglio una relazione significativa, il lavoro, eventuali opportunità di studio o di carriera a causa del GA.
  9. Fare affidamento sugli altri per procurare il denaro necessario a risollevare situazioni finanziarie, spesso disperate, causate dal GA.

Se il problema non viene affrontato tempestivamente e in modo adeguato, possono essere molteplici i rischi a cui si va in contro: problemi di salute fisica e mentale, problemi emotivi e di solitudine, problemi economici e legali (esposizioni debitorie con finanziarie), usura, rottura dei legami familiari, ideazione e rischio suicidario.
E’ importante sapere che il Disturbo da Gioco d’Azzardo può essere affrontato e vinto. Sono molteplici e diverse le realtà in campo e a sostegno dei giocatori e delle famiglie, sia pubbliche (Servizi per le dipendenze) che private (Centri specialistici, gruppi di auto-muto-aiuto, consulenze legali e finanziari, ecc…). L’iniziale e comprensibile paura di chiedere aiuto può e deve essere superata per riconquistare il benessere e la libertà persi.

A cura di:

Mario Iasevoli

Psicologo – Psicoterapeuta
Dottore di Ricerca in Scienze Mediche, Cliniche e Sperimentali

Prof. incaricato di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione per lo IUS – Istituto Universitario Sophia (Incisa Valdarno – FI)

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