E’ tristezza o depressione?
Sempre più spesso sentiamo utilizzare i termini “depressione” e “tristezza” quasi fossero sinonimi e parlassero della stessa condizione.
In realtà la tristezza è un sentimento caratteristico della natura umana ed è tutt’altro che negativa. Permette di fermarsi a riflettere sugli episodi dolorosi e disorientanti della vita, dandoci la possibilità di metabolizzarli. In tal senso possiamo dire che è funzionale alla nostra salute mentale pertanto è importante non tentare di sfuggirle ma accettarla accogliendo quel “dolore” temporaneo che può portare con essa.
Normalmente il nostro umore è flessibile e la sua flessibilità indica la presenza di una buona capacità di adattamento: quando viviamo eventi o situazioni piacevoli tende verso l’alto, mentre tende verso il basso in situazioni negative e spiacevoli. Ecco, chi soffre di depressione non mostra questa flessibilità in quanto l’umore è costantemente orientato verso il basso indipendentemente dalle situazioni esterne.
Può capitare anche di incorrere in vissuti depressivi acuti in risposta ad eventi traumatici da intendere come reazioni mentali fisiologiche. In questi casi possono comparire alcuni tratti della sintomatologia depressiva che sembrerebbero ricondurre ad una depressione patologica ma in verità non si arriva a quella gravità e pervasività tipiche della malattia. Quindi, è importante aver chiaro che gli eventi traumatici non portano necessariamente a una condizione patologica ma possono portare a stati depressivi transitori che scompaiono con il tempo una volta trovata la soluzione per affrontare gli effetti dell’evento scatenante.
Di seguito proviamo a focalizzarci su alcuni punti chiave per comprendere la differenza tra la tristezza (anche estrema) e la depressione.
LA TRISTEZZA E’ UN’EMOZIONE, LA DEPRESSIONE E’ UNO STATO PSICOPATOLOGICO.
Come abbiamo visto la tristezza è un’emozione innata dell’essere umano molto spesso funzionale al proprio equilibrio psicologico mentre la depressione è un quadro psicopatologico più complesso. La tristezza infatti è solo una parte della depressione, quest’ultima porta in sé anche altri sintomi molto persistenti da modificare i pensieri, i comportamenti, la percezione delle esperienze fisiche stesse nonché la capacità di provare emozioni. Il ventaglio di sintomi presenti nella depressione causa un disagio generale della persona, un cambiamento fondamentale della percezione di sé e nell’atteggiamento nei confronti della vita.
LA TRISTEZZA DURA RELATIVAMENTE POCO, LA DEPRESSIONE PERSISTE MOLTO PIU’ A LUNGO.
Le emozioni sono delle esperienze coscienti momentanee destinate a svanire col tempo e a riproporsi innumerevoli volte durante l’arco della vita. Durante un periodo triste ci sono momenti in cui ci si può sentire meglio, si può ridere, ascoltare con piacere una delle proprie canzoni preferite o godere della presenza di un’amicizia. La tristezza è destinata a svanire naturalmente con il tempo. La depressione invece persiste incessantemente almeno per due settimane, ogni giorno e ripresentarsi più volte negli anni. Non è possibile allontanarla, potremmo dire che essa definisce ogni intera giornata e sembra impossibile si possa tornare a stare bene.
LA TRISTEZZA E’ UNA REAZIONE SPECIFICA, LA DEPRESSIONE E’ UN DISTURBO CLINICO.
La tristezza, come abbiamo visto, è uno stato emotivo reattivo a qualcosa, ad esempio un evento doloroso. E’ causata da una particolare esperienza ed è un’emozione normale e salutare pur se spesso spiacevole.
In quanto disturbo invece, la depressione interferisce con il normale funzionamento di una persona influenzando sia la mente che il corpo, incluse le funzioni cognitive, il comportamento, il sistema immunitario e il sistema nervoso periferico. Se la depressione esordisce dopo un evento specifico quest’ultimo è stato semplicemente l’occasione per far emergere un disagio già radicato e non conscio.
A volte può manifestarsi anche senza una ragione apparente e i suoi sintomi non si limitano mai ad un tono basso dell’umore. Si possono riscontrare alterazioni degli affetti, della sensibilità, del pensiero o anche del comportamento e dello stato generale di salute fisica. La diagnosi di depressione viene effettuata clinicamente rilevando la presenza e la pervasività di sintomi specifici, mentre la tristezza è un’emozione soggettiva che nessuno può dirci se provarla o meno.
LA TRISTEZZA CAMBIA TEMPORANEAMENTE L’UMORE, LA DEPRESSIONE CAMBIA L’ASPETTO DELLA VITA.
Come abbiamo visto è normale che l’umore cambi, quando si è tristi o preoccupati si può comunque continuare ad affrontare le proprie giornate, magari solo con meno entusiasmo del solito. Quando invece si incorre in uno stato depressivo la vita quotidiana cambia e può diventare difficile da sopportare. I diversi sintomi infatti, non si avvertono solo quando si pensa a un determinato evento o persona, ma sono presenti in quasi tutti i momenti della giornata.
Si potrebbe parlare di un “dolore psichico” che travolge ogni aspetto della vita. Si possono avvertire perdita del desiderio sessuale, insonnia o ipersonnia, aumento o perdita di peso. La capacità di attenzione e concentrazione possono subire dei crolli significativi. Quasi sempre manca la forza per portare avanti le normali attività quotidiane: tutto è rallentato, tutto è condizionato negativamente da uno stato di fondo che sembra abbia assorbito tutte le energie e continui a farlo, senza possibilità di fermarlo.
Possiamo concludere che se nei casi di depressione un intervento professionale è fortemente auspicabile e determinante per poter realizzare la propria persona, la tristezza può essere comunque un’occasione utile per fermarsi e sintonizzarsi su sé stessi. Questa “armonizzazione” può richiedere un supporto professionale per virare verso un fondamentale benessere psicologico grazie ad una maggiore consapevolezza di sé stessi.
A cura di:
Roberta Cicchelli
Psicologa – Psicoterapeuta – Psicosomatista
Specializzazione in psicoterapia e psicosomatica ad orientamento psicodinamico e psicoanalitico
Email: robertacicchelli@yahoo.it
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