Depressione nelle varie età della vita
FREQUENZA DELLA DEPRESSIONE
In Europa la Depressione è al 3° posto come causa di disabilità, preceduta da ischemia e disturbi cardiovascolari.
La depressione è la prima causa di riduzione della funzionalità nei soggetti tra i 14 e i 44 anni di età, precedendo patologie quali le malattie cardiovascolari e le neoplasie.
Tra le malattie psichiatriche, il Disturbo Depressivo è il principale problema sia da un punto di vista economico che sociale e le previsioni per l’anno 2020 stimano la depressione maggiore come la seconda causa di disabilità nel mondo, mentre nell’anno 2000 era al quarto posto.
La prevalenza di questa patologia (percentuale di persone colpite dalla malattia in una determinata popolazione) assume valori che variano dal 5% al 9% per le donne e dal 2% al 3% per gli uomini. Questa differenza tra sessi si manifesta dopo l’età puberale. Gli indici di prevalenza non sembrano essere influenzati dall’etnia, dall’educazione, dal reddito o dallo stato coniugale.
Studi più recenti sembrano indicare tassi di prevalenza in aumento.
Uno studio su un campione di persone nella popolazione italiana riporta un dato di prevalenza per il Disturbo Depressivo Maggiore pari al 10,8% della popolazione. Di questi soggetti, è stato stimato che più del 60% non ha ricevuto una visita medica per i sintomi della depressione e che, tra coloro che sono stati oggetto di una visita medica, circa il 34% non ha ricevuto alcun trattamento specifico.
La depressione si può manifestare con sintomi emotivi, somatici e cognitivi
I sintomi emotivi includono:
- umore depresso
- perdita d’interesse/piacere per quasi tutte le attività (anedonia)
- sensi di colpa
- ricorrenti pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio
- presenza di agitazione o rallentamento motorio (la persona passa tutta la giornata a letto)
- senso di frustrazione, incapacità ad affrontare la vita quotidiana
- negativizzazione delle circostanze, fino al vero e proprio delirio
- mancanza di controllo degli impulsi
- demotivazione
- perdita d’energia
- disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia)
- variazioni significative dell’appetito o del peso (aumento o perdita di peso)
- alterazioni del ritmo sonno veglia (rifugio diurno nel sonno, insonnia notturna)
- lamentele fisiche quali mal di testa, dolore allo stomaco, dolori articolari, addominali o altri
- affaticabilità
- sintomi di tensione muscolare
- mal di testa
- riduzione del desiderio sessuale
Tali sintomi possono essere accompagnati da sintomi somatici quali:
tipi di dolore, che possono variare di localizzazione
e da sintomi cognitivi quali:
- difficoltà di concentrazione
- perdita di memoria
- riduzione dell’attenzione
- riduzione della performance lavorativa.
POSSIBILI FATTORI SCATENANTI
I possibili fattori scatenanti un disordine depressivo possono includere:
- Cambiamenti stagionali
- La morte della persona amata/partner
- Solitudine
- Perdita del lavoro/ disoccupazione
- Conflitti cronici sul lavoro
- Malattia Fisica crononica/dolore cronico
- Trasloco/perdita dei contatti sociali
- Problemi coniugali – Parto
- Abuso cronico di droga o alcool
- Determinati farmaci
- Bassa autostima
- Il fatto di essere vittime di un crimine o incidente
TIPI DI DEPRESSIONE
Disturbo depressivo maggiore
È la forma di depressione più grave: i sintomi sopra citati sono invalidanti; la persona non si riconosce e non si sopporta più, vive ogni giornata come un incubo doloroso.
Disturbo distimico
I sintomi della depressione sono meno pesanti, più sfumati, ma, per definizione, si tratta di un disturbo che dura da molto tempo (almeno due anni) e causa di un importante e invalidante abbassamento della qualità della vita della persona.
Disturbo bipolare o disturbo maniaco-depressivo
Si tratta di una forma di depressione in cui si alternano periodi di euforia (mania), con idee grandiose, elevata autostima, iperattività… (il polo opposto della depressione) a periodi di depressione.
TERAPIE POSSIBILI
Psicofarmacoterapia
Negli ultimi anni la ricerca ha prodotto vari farmaci antidepressivi, che possono essere riassunti nelle seguenti principali categorie:
- Antidepressivi triciclici: rappresentano i primi farmaci utilizzati per la depressione. Il loro elevato potere antidepressivo, ancora insuperato da farmaci più recenti, è reso meno utilizzabile dalla comparsa di maggiori effetti collaterali rispetto ai farmaci più recenti
- Farmaci di nuova generazione, che a loro volta si distinguono in:
- Serotoninegici (SSRI), cioè farmaci la cui azione finale è quella di aumentare i livelli di serotonina cerebrale- Sero-noradrenergici (SNRI): con doppia azione, sia su serotonina che noradrenalina
- Dopaminergici: con azione sulla dopamina
- Dopaminergici-noradrenergici: con doppia azione su dopamina e noradrenalina
In base ai sintomi della depressione, lo specialista stabilirà quale di queste classi di farmaci è più adatta alla persona che soffre, nonché la durata del trattamento antidepressivo.
La depressione bipolare viene trattata con farmaci stabilizzatori dell’umore quali il litio, l’acido valproico, la carbamazepina. La terapia può essere inoltre coadiuvata dall’uso di farmaci neurolettici.
Psicoterapia
Esistono ormai innumerevoli forme di psicoterapia per la depressione.
Sicuramente la psicoterapia di tipo cognitivo è fra le più accreditate avendo ottenuto maggiori risultati in studi specifici.
Anche la Mindfulness-piena consapevolezza sta ottenendo consensi negli studi di comparazione rispetto alla terapia farmacologica.
Intervento integrato
Gli studi eseguiti finora suggeriscono che l’intervento integrato (farmaci+psicoterapia) dà risultati superiori rispetto ai singoli interventi, sia nella remissione dei sintomi che nella possibilità di ricaduta della malattia.
DURATA DELLA TERAPIA
Una volta risolto l’episodio depressivo, le principali cause di insuccesso della terapia sono da attribuire ad una assunzione inadeguata del farmaco prescritto, oppure ad una sua interruzione precoce.
Nel caso di un singolo episodio depressivo la durata della terapia farmacologica è, infatti, in genere di 6 mesi- 1 anno; nel caso di più ricadute e di familiarità per la depressione, ovviamente, la durata dovrà essere superiore (anche di anni). E’ sempre opportuno che il paziente concordi con il curante la durata della terapia farmacologica intrapresa e che la segua con scrupolo ed attenzione, non interrompendola MAI senza il consenso del curante..
La durata della psicoterapia è, nella maggior parte dei casi, non definibile e né programmabile a priori; nel caso della terapia cognitivo-costruttivista la durata è variabile da uno a due anni.
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